Comune di Fragagnano
Popolazione: 5.639
Superficie: 22,04 kmq
C.A.P.: 74022
Codice Istat: 073 - 006
Prefisso telefonico: 099
Comune di Crispiano
Popolazione: 12.973
Superficie: 111,75 kmq
C.A.P.: 74012
Codice Istat: 073 - 004
Prefisso telefonico: 099
Telefono Municipio:099 81 17 111
Fax Municipio: 099 61 30 33
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Comune di Castellaneta
Popolazione: 17.393
C.A.P.: 74011
Codice Istat: 073 - 003
Prefisso telefonico: 099
Telefono Municipio:099 84 97 213
Comune di Carosino
Popolazione: 6.070
Superficie: 10,79 kmq
C.A.P.: 74021
Codice Istat: 073 - 002
Prefisso telefonico: 099
Telefono Municipio: 099 59 19 162
Fax Municipio: 099 59 21 028
02- Itinerario ambientale. Martina Franca, Crispiano, Statte, Montemesola, Massafra, Mottola, Palagianello, Castellaneta, Laterza, Ginosa
Paesaggio naturale
Di colori bruciati – il rosso, gli ocra e i verdi cupi venati di giallo – risalta lo sfondo omogeneo, quasi dorato, di molte zone collinari e di campagna, in contrasto col grigiore opaco dei calcari ed il biancore assoluto, sfavillante, delle masserie e dei paesi arroccati su pendici assolate o sui punti più alti e, per questo, più facilmente difendibili. In lontananza è sempre più forte il richiamo del mare che spesso si intravede coi suoi blu smaltati.
La sensazione che si avverte nel vagabondare tra le gravine della Murgia boscosa (il cui nome vuol dire proprio pietra, roccia) è quella di sprofondare nel passato, in uno scenario quasi irreale. Il paesaggio richiama echi di ere remote: tra le grotte che smozzicano i rilievi, tra i colori ed i profumi forti di una vegetazione fittissima ed ancora intatta, si svolgeva la vita quotidiana. Non è trascorso molto tempo da quando, alla fine del secolo scorso, le grotte rupestri, organizzate in veri e propri villaggi trogloditici, sono state abbandonate dai loro ultimi inquilini.
L'asprezza di questo territorio dichiara apertamente che lavorare è fatica, ma anche tenacia ed orgoglio nei risultati. Nonostante la scarsità delle risorse idriche, tipica della regione e definita dal poeta latino Orazio Abulia siticulosa , Puglia assetata, la provincia ha una marcata tradizione agricola, costruita da mani sapienti ed opere irrigue che hanno reso fertili e variamente coltivate le pianure che digradano sino al mare. La natura calcarea del suolo, popolato da suggestive grotte sotterranee ricamate di concrezioni secolari, assorbe in profondità le piogge – intense ma concentrate in brevi periodi dell'anno – e produce fenomeni di erosione che da millenni solcano il terreno di gravine, lame, doline e grotte, animando uno scenario solo apparentemente immobile.
Anche le corti chiuse ed autosufficienti di antiche masserie imponenti e solitarie (non prive di pregi artistici) sono ben attrezzate per fronteggiare la durezza del lavoro nei campi e negli allevamenti. Tipiche architetture spontanee della zona sono i trulli , originali costruzioni a cono con pareti bianche e coperture in pietra grigia. Di probabile origine micenea, i trulli sono diffusi soprattutto nelle campagne e nella Valle d'Itria di Martina Franca . Databili tra i secc. XV – XIX, tali architetture spontanee sono numerose nel territorio di Crispiano (detto, appunto, "delle Cento Masserie", di Statte , Montemesola , Massafra , Mottola , Martina Franca , Palagianello , Castellaneta , Laterza e Ginosa , paesi in cui è maggiore la concentrazione di affascinanti insediamenti rupestri.
Le sobrie ed accoglienti masserie "San Domenico" e "La Mortella" a Crispiano, "Il Ponticello" a Mottola, o "Il Vignaletto" a Martina Franca, ad esempio, sono ospitali aziende agrituristiche, in cui è possibile gustare direttamente i prodotti tipici della terra. L'aria frizzante della zona, la vicinanza a centri ricchi di monumenti storici ed i rapidi cambiamenti di paesaggio – il mare è sempre alla portata – rendono possibili, in tutta la provincia ionica, infiniti itinerari turistici.
L'intreccio tra arte, storia, tradizioni ed ambiente raramente viene preso in considerazione dal turista convenzionale e non compare tra i circuiti vacanzieri più noti. Ma, forse, anche questo è uno dei suoi punti di forza.
01- Itinerario ambientale. Ginosa Marina, Castellaneta Marina, Avetrana...
Paesaggio naturale
Un litorale che attraversa il territorio in tutta la sua lunghezza, con singolari mutazioni di passaggio, dalle spiagge di sabbia dorata alle rocce divorate dal mare, per ben 140 Km di costa. Una pianura dolce e ordinata, pennellata dall'instancabile opera dell'uomo di coltivazioni cromaticamente assortite. Amene colline non molte elevate e punteggiate di antichi insediamenti rupestri. E ancora, grotte carsiche, pinete e boschi rigogliosi, oasi faunistiche.
Questa è l'incomparabile cornice geografica in cui la storia ha disegnato con magnificenza palazzi, chiese, piazze e castelli. Il mare identifica questa terra più di ogni altro tesoro ambientale. Chi ci è nato ne ha colori, i suoni ed i profumi stampati nella mente, e li porta con sé ovunque vada. E' il dolce mal di mare della gente del sud, che non riesce a stargli lontana per troppo tempo, o di chi, turista per caso o per scelta, sia rimasto vittima dell'incantesimo delle sue acque.
Benché l'assalto alle coste non l'abbia risparmiato, il litorale tarantino offre ancora scorci d'ampio respiro su uno Ionio purissimo e, per lunghi tratti, insolitamente deserto. Soprattutto il versante occidentale, alle frequentate strutture balneari, agli alberghi ed ai campeggi di Lido Azzurro, Chiantona, Riva dei Tessali (sede anche di un rinomato campo da golf), Ginosa Marina e Castellaneta Marina , alterna lunghi tratti di basse spiagge solitarie, alle cui spalle le essenze della macchia mediterranea anticipano lussureggianti pini d'Aleppo. La pineta profumata di sentori resinosi nasconde zone umide popolate da una ricca avifauna e da rare specie vegetali. Tra queste la più vasta è il lago Salinella , paradiso del birdwatching nei canneti alle foci del fiume Bradano a sud-ovest e del torrente Galasso a nord-est.
Tutt'altro lo scenario in cui ci si imbatte sulla costa orientale. Brulla di scogli scolpiti ad arte dal mare con pazienza secolare, vi si aprono preziose insenature sabbiose. Baluardi simbolo della natura selvatica del Mediterraneo, le pareti di roccia, che abbracciano piccole e grandi baie cristalline, risuonano ancora con i resti di remota civiltà, che permettono alla fantasia di inseguire ancora l'antico incantesimo del mito.
Tra le spiagge di Lido Bruno , Gandoli , Saturo , Porto Pirrone , sino a quelle di Montedarena e più oltre di Lido Silvana , organizzate in accoglienti strutture balneari e sportive, alberghi e campeggi, sono ampi i tratti bassi di scogliera, ospitali in piccole conche piatte che si affacciano su una piattaforma rocciosa coperta da pochi centimetri d'acqua e un folto tappeto di alghe. Poco oltre, nell'acqua incredibilmente chiara e subito profonda, anche senza maschera e pinne ci si può immergere in un mondo incontaminato e, per tanti aspetti, ancora tutto da scoprire, come raramente si incontrano nei fondali della penisola.
Popolato da decine di ricci, stelle marine e polpi, scorfani spinosi e agili donzelle, tra le sue rocce ricoperte di piante marine balenano prudenti saraghi, mormore e lutrini, mentre miriadi di piccole castagnole e corvine si spostano senza fretta al passaggio dell'uomo. È sorprendente la densità di fauna a così poca distanza dal litorale e su fondali profondi non più di quattro o cinque metri. Sembra, insomma, di vivere un documentario sui Mari del sud mentre, invece, è solo il caldo Ionio, colorato dalle vele dei windsurf e delle imbarcazioni da diporto.
Più avanti, da Lizzano a Torricella , Maruggio e Avetrana , la costa si distende più spesso in ampie spiagge protette da alte dune miste a rocce, tra il verde intenso della macchia mediterranea che mescola gli aromi di cappero, rosmarino e timo alla salsedine portata dal vento. Qui la natura prorompe ancora più selvaggia ed incorrotta, nel contrasto tra le mille sfumature del mare, visibile dalla Litoranea Salentina, e dell'entroterra pietroso. Già in primavera, grazia al clima sempre mite dell'arco ionico che la fa esplodere sgargiante molto prima che altrove, la luminosità abbagliante del Mezzogiorno carica ogni cosa delle tinte speciali che nessuna cartolina riuscirebbe mai a raccontare.
01 - Itinerario dei Beni culturali
Comune di Avetrana
Popolazione: 7.303
Superficie: 73,28 kmq
C.A.P.: 74020
Codice Istat: 073 - 001
Prefisso telefonico: 099
Telefono Municipio: 099 97 07 766
Fax Municipio: 099 97 04 336
Via Vittorio Emanuele, 19, 74020 Avetrana TA
03 - Itinerario delle tradizioni e dell'artigianato. San Giorgio, Monteparano e Sava
Comuni interessati: | San Giorgio, Monteparano, Sava
Paesaggio rurale
Dopo la benedizione, la legna viene accatastata fuori dal paese e fatta ardere. L'ultimo carico di fascine è trasportato da un cavallo che viene fatto inginocchiare davanti alla statua del Santo. Ingrediente irrinunciabile della festa sono anche le mattre , tavolate imbandite per devozione o per grazia ricevuta, nelle case e nella piazza principale del paese dove, in seguito alla benedizione del parroco, tutti i presenti possono assaggiarne le pietanze.
Per il protettore dei falegnami, il 19 marzo i tradizionali falò bruciano anche a San Giorgio , dove sono detti fucarazzi , a Monteparano e a Sava , dove si accompagnano alla libera degustazione di piatti tipici da tavolate imbandite per le strade e nelle case.
In mare - e non poteva essere altrimenti visto il profondo legame che Taranto v'intrattiene da sempre - si svolge, invece, a maggio la Processione in onore di San Cataldo , protettore della città. La statua del Santo viene ospitata per l'occasione da un'imbarcazione illuminata a festa e seguita in corteo da decine di altre barche più piccole. L'attraversamento del Canale Navigabile è salutato da una cascata di fuochi d'artificio disposti lungo la muraglia del Castello Aragonese e dalla gente assiepata lungo il percorso.
Degne di menzione, infine, sono a Massafra anche le sfilate di colorati carri allegorici allestite per il Carnevale . Costruiti con fine ironia dagli artigiani del luogo, i carri sono animati da voluminosi pupazzi caricaturali in cartapesta, che burlano noti personaggi del mondo politico o dello spettacolo, e da maschere festanti che accompagnano la sfilata anche da terra, lanciandosi coriandoli e contagiando di euforia il pubblico presente.
Certo, queste sono soltanto alcune delle feste, le più note, in cui è possibile imbattersi in provincia di Taranto. Ogni paese, al mare o in collina, ha un ricco patrimonio folkloristico di usanze e costumi da scoprire. Per tutto l'anno ricorrenze civili, popolari e religiose scandiscono il ciclo delle quattro stagioni, in un inimitabile intreccio di storia, tradizione, gastronomia ed artigianato.
Quest'ultimo lega la sua celebrità soprattutto alla ceramica , di cui Grottaglie è il più importante centro pugliese. Il suo pittoresco Quartiere delle Ceramiche si sviluppa a ridosso di un maestoso Castello, tra cumuli di vasi accatastati nelle viuzze, nelle piazze e sui tetti delle case di tufo annerito dalle fornaci. Nelle circa cinquanta botteghe artigiane scavate nel tufo a più livelli, alcune delle quali risalgono al '400, la lavorazione della ceramica, che utilizza le ottime argille locali, è rimasta quella di un tempo e la sua qualità è tale da meritare la definizione di artigianato artistico: ogni anno in agosto, centinaia di visitatori affollano le strade del Quartiere per la grande Mostra mercato delle ceramiche e delle maioliche : vasi, brocche, presepi, oggetti d'arredo per la casa ed il giardino, maschere, fischietti, contenitori per olio e vino, piatti, acquasantiere, pupazzi e quant'altro permetta agli artigiani di sbizzarrirsi con la fantasia.
A Lanterna , in auge tra il '500 ed il '700 per la raffinata lavorazione della maiolica , i cui pezzi arricchiscono collezioni private e musei sparsi per il mondo, vi sono ancora tracce di quest'arte preziosa che, negli ultimi anni, si sta cercando di rivalutare perché non scompaia. E' qui che si tessono anche preziosi ricami , secondo antiche lavorazioni manuali.
03 - Itinerario dei Beni Culturali. Centro storico
Ambiente storico
Lungo Via Duomo - che attraversa per intero il centro storico, snodandosi tortuosamente sul percorso di un'antica strada romana (di cui è stato individuato il basolato, nei pressi del Duomo) - e nei vicoli laterali hanno sede chiese, conventi e palazzi nobiliari. Tra le chiese ricordiamo: la Chiesa ed il Monastero di Sant'Agostino (XV sec.), il Convento (1713) e Chiesa di San Michele (1757), Largo San Francesco con il Convento omonimo (XIII).
Tra i più bei Palazzi Barocchi dell' Isola: il Galeota, Gennarini, Carducci, De Notaristefani, Ciuria e Troylo (XVIII sec.). Al civico n. 189 è la casa natale del musicista Mario Costa(1858-1933), mentre, nei suoi pressi, è l'incrocio tra i pittaggi: a destra si prosegue per la Postierla Nuova e a sinistra si apre il Largo Monteoliveto, dove si trovano l'omonima Chiesa (XVII sec.) e quella di Sant'Andrea degli Armeni (XIV sec., ma sin dal X sec., questo era il luogo sacro dove gli Armeni, che in questa zona avevano costituito una vera e propria comunità, celebravano i loro riti religiosi) e la casa in cui, pare, nacque il musicista Giovanni Paisiello (1740-1816).
Tornati sulla Via Duomo s'incontrano il Convento di Santa Chiara (XVI-XVII sec.) e la cattedrale di San Castaldo (1070) confinante verso il Mar Grande con l'Arcivescovado (già restaurato nel 1577, incerta la data di costruzione) ed il largo omonimo. Tra i maestosi palazzi del Corso Vittorio Emanuele II spiccano l'Amati, il d'Ayala ed il Pantaleo (XVIII sec.), quest'ultimo vicino alla Chiesa-Convento di San Domenico Maggiore, (1302, ma di fondazione bizantina su resti preistorici e del VII sec. a.C.) che si raggiunge, di nuovo su Via Duomo, dal Vicolo di San Pietro Imperiale.
Dalla triangolare Piazza Fontana- le cui origini risalgono alla ricostruzione di Taranto del 967 ad opera di Niceforo Foca e dov'è anche la Torre dell'Orologio (XVIII sec.) - si raggiunge la medievale Via Cava, così detta per le abitazioni un tempo scavate nella roccia. Questa via prosegue nella strettissima Via di Mezzo dove, dal Vico SS. Medici, si accede all'omonima Chiesa, la più piccola di Taranto, dedicata ai Santi Cosma e Damiano (1379)).
Sul Mar Piccolo sbucano vicoli così stretti da consentire il passaggio di una sola persona e che ospitano abitazioni popolari addossate le une alle altre anche in altezza, a ricordo dei tempi in cui i confini della città erano troppi ridotti rispetto al numero della popolazione residente. I nuclei originari di questi quartieri risalgono alla dominazione spagnola araba del IX -X sec. d.C.
Sopravvissuta alle distruzioni cui fu soggetta ripetutamente la città sino alla riedificazione del 967, è la caaba, tipica struttura islamica con le abitazioni intorno a piazzette decentrate rispetto alle vie principali che creano, così, piccoli quartieri detti vicini.
La presenza dei Bizantini si riscontra, invece, nei quartieri strutturati in lunghi isolati paralleli, dove oggi le abitazioni si presentano con piccoli balconi aggettanti verso il mare, gli ingressi quasi sempre sulle vie laterali e basse botteghe che si affacciano lungo la strada principale.
In fondo alla Marina, risalendo verso Piazza Castello lungo il Pendio La Riccia, sono la casa natale di Sant'Egidio (1729-1812) ed il barocco Palazzo D'Aquino, che porta il nome dello scrittore Tommaso Niccolò D'Aquino che vi nacque nel 1665.